Ambiente di vendita

Fashion Revolution lancia la prima campagna settimanale

2016

Dopo il successo nel 2014 e 2015 dei due giorno dedicati al movimento denominato Fashion Revolution, ovvero una corrente nel settore dell’abbigliamento che richiede trasparenza e veritá da parte dei retailer coinvolti nella catena internazionale della distribuzione, l’organizzazione ha deciso di allulngare la terza edizione di quest’anno ad una settimana intera.

Partendo dal 18 di questo mese fino al 24, l’iniziativa chiede ai suoi supporter di tutto il mondo di scattare un proprio selfie e condividerlo sui social per lanciare un’inchiesta ai brand coinvolti riguardante la provenienza e la fabbricazione dei capi usando l’hashtag #whomademyclothes.

La campanga ha un risvoloto importante per i retail di moda di tutto il mondo dato che i consumatori ora sono in grado di accedere a qualsiasi tipo di informazione e sono sempre piú a conoscenza e consapevoli del fatto che gli indumenti che indossano e comprano hanno un grosso impatto sul pianeta e sulle sue risorse. Questa iniziativa puó avere risvolti molto positivi per una compagnia, aumentando la sua visibilitá sui social e arricchendo la sua reputazione ma, allo stesso modo, puó essere totalmente fatale e rovinare un brand perché non chiarisce la sua posizione riguardo la sostenibilitá della sua catena di distribuzione.

Molti dei retailer partecipanti sono parte della cosiddetta fast fashion che, per fama, viene spesso ritenuto un mercato tutt’altro che sostenibile. Nonostante ció, brand quali H&M si stanno impegnando ad intrudirre nei propri punti vendita collezioni realizzate con materiali ecofriendly come quella basic proposta dal gigante svedese.

Prendono parte all’iniziativa anche diverse celebrities e figure importanti come Amber Valletta, Cameron Russell, Susie Lau e Livia Firth che tra l’altro saranno selezionati come brand endorsers. Questo permette al retailer di avvicinare quella parte di pubblico estremamente coinvolta ed impegnata nella campagna sostenibile.

Oltre allo sviluppo nei social media, il movimento organizzerá una serie di attivitá ed eventi durante tutta la settimana per coinvolgere sempre piú audience e spettatori. Un esempio sono la conferenza “Fashion Question Time†ospitata dal Parlamento di Wesminster e un workshop parte dell’esibizione “Utopia†alla Somerset House che durerá due giorni. Entrambe sono buonissime opportunitá di sponsorizzazione da parte di un retail perché sono eventi che aumentano la popolaritá del marchio ed inoltre sarebbe una forte affermazione nel mercato.

Guardando a cifre concrete nel 2015, 63 milioni di persone hanno partecipato all’iniziativa #whomademyclothes creando un trending topic su Twitter.