Ambiente di vendita

L’economia circolare: la nuova sfida per il retail

2016

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Il 2 luglio di quattro anni fa, l’Unione Europea approvò una serie di misure per aumentare il tasso di riciclaggio nei paesi membri dell’ organizzazione, un’attività mirata a facilitare l’apertura degli Stati ad un’economia definita "circolare". Secondo il Post, parlando di economia circolare di tratta di un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema produttivo, mirando all’obbiettivo di eliminare i prodotti di scarto ed alla costante riutilizzazione delle materie prime. È l’opposto di ciò che chiamiamo economia lineare ovvero basata sul rapposto consumo-rifiuto.

I primi segnali di cambiamento verso questa nuova tipologia di economia sono arrivati di conseguenza ad una sempre maggior consapevolezza rispetto al fatto che la societá di consumo attuale consiste in una sfida reale per le risorse del medioambiente e per la biocapacità dela Terra, ovvero la capacità di generare energia rinnovabile ed assorbire i rifiuti generati dalle fonti non rinnovabili, molte delle quali sono estremamente inquinanti.

In questo contesto sociale, in cui i consumatori sono sempre più attenti verso la sostenibilità ed alla salvaguardia dell’ambiente, le industrie produttrici hanno iniziato ad applicare delle innovazioni che sono mirate alla rivalutazione e al ri-immaginare i modelli di negozio.

L’economia basata sullo scarto è sempre più considerata un modo di operare obsolete e dannoso e sta portando ad un movimento socio-culturale che rifiuta questo tipo di economia lineare ma si basa su tendenze quali la vita multi-generazionale, il lavoro da casa, gli spazi piccoli, una miglior efficienza energetica, la voglia di condividere per ottenere uno stile di vita sempre piú sostenibile, dall’uso delle energie rinnovabili, al preferire i mezzi di trasporto pubblici, al scegliere prodotti creati con coscienza e che si potranno trasformare nuovamente in materie prime riutilizzabili e non in scarti inutili e difficili da gestire.

Questo nuovo abiente sociale predilige l’economia circolare che viene definita dalla Ellen MacArthur Foundation come "Un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera". Se l’economia lineare è basata sulla ripetizione costante dello stesso schema: estrazione, produzione, consuma e smaltimento; l’economia circolare è un tipo di sistema in cui tutte le attività destinate alla creazione di un bene di consumo sono organizzate in modo da far sì che i rifiuti prodotti possano essere rielaborati in nuove materie prime per una nuova produzione e così via.

Questa tipologia di economia non solo cambierebbe il sistema dell’industria ma anche l’approccio culturale al consumo, introducendo una forma di economia piú collaborativa, non piú incentrata sull’importanza della proprietá ma che da’ rilevanza alla funzione ed all’utilizzo del prodotto. Ciò permetterebbe di sfruttare tutte le potenzialità del manufatto ed inoltre attiverebbe una serie di meccanismi economici definiti di filiera corta ovvero l’affitto, il riutilizzo o la rivendita diretta. Perciò i consumatori diventano utenti: il rapporto che le persone hanno con le imprese di produzione sta anch’esso cambiando perchè non si baserà più sulla logica del consumo che porta unicamento allo scarto ma durante l’acquisto e la scelta della marca presso cui comprare, verranno valutate le possibilità di riutilizzare il prodotto e di riciclaggio oltre ad altre caratteristiche che costituiranno nuovi valori per il prodotto.

In questo nuovo contesto economico ed industriale anche il retail ha la sua parte e di conseguenza deve innovarsi. Sempre più compagnie stanno attuando verso il così detto "Smart Retail" ovvero punti vendita che utilizzano la tecnologie per agire in modo intelligente di fronte ad un consumatore sempre piú informato, esigente, critico, attento e responsabile di fronte ai cambiamenti socio-economici che abbiamo riportato precedentemente.

In Italia, sulla spinta dei problemi ambientali e la voglia di cambiamenti portati durante il l’European Social Innovation Competition 2014 ha portato alla nascita di LOWaste un progetto che parte da Ferrara. Si tratta di un’iniziativa che sta sperimentando un modello di economia circolare che si ripropone di sviluppare un mercato per i prodotti con una seconda vita, ovvero riutilizzati, di diffondere conoscenze ed informazioni rispetto al tema per fomentare la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclo, intervenire sulla domanda tanto quanto sull’offerta rendendo i consumatori, i commercianti ed i produttori più consapevoli verso le possibilità di questo tipo di economia ed infine creare benefici sociali tramite al coinvolgimento di cooperative ed enti che realizzano programmi riabilitativi ed insierimetno lavorativo per persone in difficoltà. Perciò LOWaste ha l’obbiettivo di raggiungere risultati su quattro diversi aspetti. In primis ottenere risultati ambientali con la riduzione dell’emissione di CO2, la diminuzione dell’utilizzo di materie prime nei processi industriali e di risorse non rinnovabili che causa grandi quantitá di rifiuti. In secondo luogo risultati tecnici, ovvero applicare conoscenze di eco-design provenienti da 200 designers, makers e cooperative sociali per reinventare i prodotti ed introdurli nuovamente nel mercato. Ed infine risultati economici e sociali, dato che si tratta di coinvolgere imprese locali che aumenterà la consapevolezza dell’esistenza dell’alternativa dell’economia circolare sul territorio Italiano.

A livello internazionale ci sono grandi marche che operano nel settore della vendita al dettaglio, come quelle appartenenti al gruppo Kingfisher, che stanno creando iniziative ed attività che si basano sulla nuova filosofia del riutilizzo e sulla salvaguardia del contesto sociale e medioambientale.

In conclusione, è possibile affermare che l’economia circolare è un concetto nuovo ed innovativo ma che è destinato a crescere sempre più e a cambiare i processi industriali che conosciamo. Per questo motivo molti retailers stanno basando le proprie strategie di differenziazione su questa nuova competenza economica perché in grado di apportare nuovi importanti valori sociali, di trasparenza e responsabilitá alla produzione che invoglieranno i consumatori a rimanere leali alla marca dato che abbraccia il cambaimento verso la sostenibilità.